La Basilica di San Zeno Maggiore è considerata una delle massime espressioni dell’architettura romanica a Verona. Per secoli fu il punto d incontro della vita religiosa e civile. L’edificio attuale risale alla terza ricostruzione della Basilica nata a fine del IX secolo. Secondo il rifacimento di una chiesa del IV e V secolo. Costruttore fu l’Arcidiacono Pacifico in precedenza la chiesa era un’abbazia Benedettina. Fu distrutta dal terremoto nel 1117 riedificata tra 1120 – 1138 i rifacimenti durarono fino al XIV secolo con il rifacimento gotico del soffitto e dell’abside. Questa chiesa era dedicata a Zeonone vescovo ambrosiano che operò nel 362 e 380 a lui fu nominata per il suo impegno nella divulgazione del cristianesimo a Verona (divenne poi santo). Federico Barbarossa “in palatio s zenonis maxima curia” vi riunì la propria corte dopo la pace di Costanza 1184. Visitatori illustri dell’Abbazia furono Matilde di Canossa, Dante Alighieri che ne lasciò il ricordo nella sua divina commedia, Federico II che ne ricevette accoglienza nel 1236 da Ezzelino da Romano, la famiglia della Scala che consideravano il convento uno dei principali luoghi di culto e preghiera della città. La facciata a salienti è spartita da due contrafforti ornata da lesine e arcatine e percorsa da una galleria di bifore. E’ presente un grande rosone centrale denominata Ruota della Fortuna creato dallo scultore Brioloto all’inizio del 1200 una scritta muraria lo dichiara nell’interno della chiesa. A Brioloto si attribuisce anche altri parti interni della basilica, la grande finestra rotonda è scompartita in dodici settori da sottili colonne binate di marmo rosso con capitelli variamente decorati a funzione floreale e zoomorfe. Nel penultimo cerchio trovano posto sei figure che trasmettono il significato iconografico. Si tratta, infatti, di sei personaggi simboleggianti le variazioni della sorte umana. Le persone o in trono o ignude vogliono rappresentare la condizione differente degli uomini e quanto la dea fortuna (sorte) influisce sull’esistenza umana. Del dipinto “ Giudizio Universale ” che si trova sulle lastre del timpano marmoreo non resta che i contorni incisi. Sulla facciata della chiesa fregi di Adamino da San Giorgio primi secolo XIII. Estradosso decorato di animali e protiro con baldacchino sorretto da colonne di leoni e recante negli architravi a rilievo la serie dei mesi (telamone). Ai lati dell’arco statue San Giovanni Battista e San Giovanni Evangelista, nella lunetta bassorilievo ai lati con San Zeno benedicente consegna i vessilli del comune ai fanti e cavalieri. Campanile romanico con caratteristiche guglie del XII sec. L’abside gotica è del 1398, nel frontone si trovano “agnello mistico “e “la mano di Dio“. I rilievi laterali del portale “scene dell’antico testamento” di Nicolò 1134 di destra sono dello scultore lombardo operante anche nella cattedrale di Ferrara (1130-1135) e nel duomo di Verona (1138). Quelle della parte destra narrano storie della genesi e quelli di sinistra sono firmati da Guglielmo e le storie del nuovo testamento convivono scene della storia di Teodorico “duello tra Odoacre e Teodorico“. Le 24 formelle di bronzo su ogni anta della porta d’entrata della basilica riprendono i temi trattati sulla facciata del portale ventuno storie del vecchio testamento e venti del nuovo testamento, quattro della vita di S Zeno. Datati inizio secolo XII come un po’ si è già detto, il protiro è sorretto da colonne con basi leoni stilofori, uno stringe tra gli artigli un vitello, l’altro una testa umana. Sorreggono la ricca mole del baldacchino marmoreo a cuspide le colonne simboleggiano il diritto e la fede. Il timpano è costituito da un’architrave, dove sono raffigurati entro otto arcatelle i miracoli di San Zeno. Attraverso una scalinata si giunge al vastissimo interno della chiesa all’inizio si trovano due acquasantiere fonte battesimale romanico del XII secolo attribuito Brioloto. Sulla parete si trova una grande stupenda croce stazionale del XIV secolo. L’interno è a tre navate per pilastri e colonne con capitelli ripresi da edifici romani che furono un punto fondamentale della storia romanica di Verona. Il soffitto è a carena di nave ed è del 1386 in fondo il presbiterio rialzato nasconde la cripta. Il battistero in controfacciata è di fine XIII secolo, la grande vasca in porfido proviene dalle terme romane. Navata destra e presbiterio sono adornati di affreschi del XIII e XIV sec.
NAVATA DESTRA
Su tutta la parete e sui pilastri si trovano affreschi del XIII e XIV secolo, tra questo San Cristoforo (secolo 1300) Madonna in Trono “secondo maestro di San Zeno”, “Crocifissione” Santo Stefano (primo maestro di san Zeno) lungo la scala e sulla parete del presbiterio Madonna di Martino da Verona, San Giorgio (secondo maestro di san Zeno) Battesimo e Resurrezione di Lazzaro del XIII secolo. Primo altare destro Madonna e Santi di F Torbido (sec. XVI), secondo altare destro si compone di elementi marmorei di un antico protiro del XIII secolo.
PRESBITERIO
Vi sono presenti statue (iconostasi) di Cristo e Apostoli, sculture veronesi del 1250, sulla parete affresco votivo del 1397 di Altichiero. La cappella Maggiore eretta tra il 1386 – 1398 da Giovanni e Nicolò da Ferrara con affreschi di Martino da Verona. Sull’altare Maggiore il grande trittico, la Madonna e i Santi di Andrea Mantegna eseguito tra il 1457 – 59; il committente fu l’abate Gregorio Correr personaggio illustre di famiglia Veneziana. Questo dipinto è uno dei più importanti del rinascimento veneto. Sulla parete destra la bella statua di San Procolo opera di Giovanni Da Rigino 1392. Davanti all’abside sinistra statua di San Zeno del 1300. Sagrestia “Crocifissione” della scuola di Altichiero e altri due crocefissi di Turone e del “Secondo maestro di San Zeno”.
CRIPTA
La duecentesca cripta fu ricostruita da una precedente del X secolo. Vi sono sette arcate rette da colonne e pilastri affrescati (secolo XIII-XIV), dipinti di Adamino da San Giorgio 1225. Nell’abside chiusa da una cancellata del XV secolo vi è l’altare sarcofago con spoglie di San Zeno ottavo vescovo di Verona vissuto e morto nel 380 dc.
NAVATA SINISTRA
Vi si trova l’altare barocco dell’Addolorata in fondo alla navata vicino all’ ingresso vi è una coppa di porfido delle terme romane e una croce stazionale.
CHIOSTRO ROMANICO (cortile interno)
Dalla navata sinistra si giunge al bellissimo chiostro romanico su colonnine binate che sostengono in parte archi a sesto acuto (1293-1313). Da lato nord lo stile è più antico romanico, sotto il portico vi si trovano varie tombe trecentesche, tra cui il sepolcro di Giuseppe della Scala (nella lunetta bell’affresco della scuola di Giotto), reperti lapidei. Sul lato orientale vi si trova il Sacello di Benedetto.
CAMPANILE
Il campanile iniziato nel 1045 fu ordinato dall’abate Albarico, raggiunse altezza di 72 mt. nel 1173, ha base e contrafforti ad angolo con marmi in tufo e mattoni e si chiude con una guglia conica in cotto circondata da quattro punte.
TORRIONE
Del XIII sec. detto anche mastio superstite dell’abbazia di San Zeno. All’interno rimane un affresco duecentesco (omaggio dei popoli e della terra al potere imperiale). Sui muri restano interessanti pitture con scene di caccia e un corteo di figure. Presenta merlature ghibelline e figure ad arco attorno al torrione vi sono ancora tutte le mura medioevali che cingono tutto il parco dell’ antica abbazia di San Zeno. L’aspetto ricorda in pieno il periodo storico della presenza dei signori della Scala a Verona.
Chiesa San PROCOLO
A fianco l’abbazia di San Zeno piccola chiesa di San Procolo quarto vescovo di Verona, la prima edificazione risale al periodo paleocristiano del V e VI secolo. All’ interno vi sono opere di Antonio Badile di Giambettino Cignaroli e Giorgio Anselmi.Vi sono presenti importanti pitture di vari periodi storici anche molto antichi (1100). La chiesa è a una navata ed anche in questa chiesa vi è una cripta romanica a tre navate e sei colonne.